Personalmente, anche da bambino, anche a carnevale, non ho mai messo volentieri una maschera. Solo qualche volta, solo per qualche momento....
Una maschera nasconde, copre, è come se ti facesse diventare un altro..per gioco, per scena, per scherzo, per interpretare una parte, per divertimento....
Adesso però diventa necessario, forse ci toccherà tenerla per molte ore e solo con piccoli intervalli provare il lusso di potercela togliere. Mi disturba non poco, ma se necessario per il bene di tutti, mi sottoporrò volentieri a questo doveroso adempimento per tutelare la salute altrui e anche la mia, che mi sta pure a cuore.
Ma la cosa più interessante e simpatica, oltre le necessità appena riconosciute e dichiarate, l’ho sentita, penso come molti di voi, pronunciare questa mattina in Duomo dal Vicario generale della nostra Diocesi Mons. Franco Agnesi.
Come un lampo delicato ha smascherato non solo gli ascoltatori diretti, ma anche forse chi sta leggendo queste righe, ricordando che “anche sotto la mascherina si può capire se una persona piange o ride”.
Ho inteso due cose molto interessanti: la prima è che comunque una mascherina per quanto necessaria e ingombrante non sarà tale da impedire di conoscere chi sei, come sei, cosa provi, come reagisci, cosa intendi trasmettere a chi ti incontra.
La seconda è che comunque sia la tua condizione e la tua difficoltà, in questa trasparenza c’è una chiamata a dare il meglio di te per il bene degli altri, a metterti in gioco piuttosto che nasconderti o semplicemente stare a vedere in modo passivo come vanno le cose per trarne vantaggi personali.
Puoi anche coltivare pensieri meno buoni o addirittura cattivi e dannosi, cioè atteggiamenti che vorresti anche nascondere, ma questo non sfuggirà allo sguardo di chi ti incontra. Cosa vedranno gli altri venire dal tuo cuore ? In questi mesi difficili!
Accetta il confronto schietto e sincero, unifica i tuoi sentimenti e propositi perché la tua vita sia protesa per il bene di tutti.
Sii protagonista del bene comune a partire dal tuo sguardo e dal tuo cuore. Rivestiti degli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, anche con la mascherina, non per fingere o nascondere o coprire,me nella trasparenza delle tue limpide intenzioni, mosso dallo Spirito che col Padre e il Figlio inabitano in te.
Prova a descrivere come devono essere i gesti, i comportamenti, i segni inconfondibili di chi, come te, vuole credere e credendo disporre occhi limpidi e puri, gesti e mani che avvicinano, accolgono, donano.
Luigi Stucchi