Premessa
Il racconto della sua Ascensione puoi leggerlo in
- Mt 28, 16 - 20
- Mc 16, 16 - 20
- Lc 24, 50 – 53
- Atti 1, 8, 9, 12; 2,33; 9,12.
Iniziamo invece da ciò che dice (Gv 16, 1 – 7).
“Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto. Non ve l'ho detto dal principio, perché ero con voi. Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito…”
- Duemila anni dopo noi ci chiediamo ancora. – Dov’è andato? Perché non si vede più? È sparito? Si è volatilizzato? Questa scomparsa, (sia pure provvisoria perché promette ritorno), questa partenza, (un vero distacco) ci pesa. E’ vero che nella pandemìa si sono moltiplicate e diffuse esperienze spirituali di vario tipo (rosari, novene, messe in video nei santuari…). Ci dicono che l’ascensione sia il compimento di un piano di salvezza. E’ dunque il tempo della sua assenza? Certo il Figlio, che è Gesù, ritorna al Padre; dopo essere disceso, ascende con la sua e nostra umanità (Ef 4, 7 – 13). Per essere pienezzadi tutte le cose (v. 10). Ora accanto al Padre vuol realizzare la promessa: divinizzare l’umano, con il dono dello Spirito.
- In questi quaranta giorni tra la Pasqua e la risurrezione il Risorto il Signore Gesù è andato per le case, sulle spiagge, lungo le strade per educare i discepoli a riconoscerlo nella nuova situazione…. Poi a tempo scaduto è ritornato al Padre…
- Il tempo, lo sappiamo è dono di Dio; avrà fine il cronos, perché il tempo ègià diventato tempo salvato, kairòs: dono di una Presenza perchè sta sotto la sua Insieme la sua Ascensione apre a una promessa sulla quale si fonda la nostra speranza. “Ed ecco io mando su di voi Colui che il Padre mio ha promesso (Lc 24, 49). Lui ci attrae e ci divinizza sotto la sua benedizione.
- Con l’Ascensione inizia la missione della Chiesa, che dopo l’effusione dello Spirito, con Maria, si mette in cammino con Lui e come Lui, con il sentire di Cristo (Nos autem sensum Christi habemus). (1 Cor 2, 16).
- In missione con noi c’è Maria, che aiuta, consola, educa idiscepoli a ‘fare ciò che Egli dice (Gv 2). Con lei, nostra Madre, vogliamo testimoniare la presenza del Risorto nella storia, nel cammino quotidiano. Non è assolutamente l’assente, perché i cieli e la terra sono pieni della sua gloria (L’Amore del Padre). Semmai è l’affidabile sempre presente, instancabile, mediante lo Spirito. Con questa certezza ritorniamo a Gerusalemme, nella nostra vita normale: per starci. Con Lui tra la gente, cioè ’… come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con Lui’ (atti 10, 38 – 42).
- Inizia il tempo del testimone. Colui che ama la terra senza dimenticare il cielo. Con il suo andare per il mondo con Lui facendo del bene. (“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” Mc 16, 15). Staccare gli occhi dal cielo per chè il discepolo deve ritornare alla vita di tutti i giorni (Padre nostro, che sei in terra…), senza scordarci che guardare il cielo significa non dimenticare che “la vita sulla terra è solo la prefazione di quel libro il cui testo è la vita del cielo”, diceva un monaco. Cioè che la vita non è solo futura ma eterna e va vissuta nella prospettiva della vita stessa dell’Umanità di Gesù che ci ha preceduto. Vita verso la quale ci attira la Trinità, ed è per ciò il compiersi del sogno di Dio. Il presente nella luce dell’avvenire.
Conclusione Così la festa dell’Ascensione ci aiuta a camminare verso la meta nella luce del senso della storia e dell’intera creazione. Senza la Grazia e la luce dell’Ascensione si continua a vivere nel trionfo della violenza, egoismo, in un’insensata e triste esistenza dominata dagli idoli: “La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose”. . (Fil 3, 20). Da là verrà allo stesso modo, come il Salvatore. “E’ bene allora che Io me ne vada, dice il Signore, per essere sempre con voi ed effondere il mio Spirito, l’Amore totale, instancabile, umanizzante.
Ascolto su internet questo canto degli anni ’70: Dio è morto!
Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano
Nel mondo che hanno già
Dentro le notti che dal vino son bagnate
Dentro le stanze da pastiglie trasformate
Dentro le nuvole di fumo
Nel mondo fatto di città
Essere contro od ingoiare
La nostra stanca civiltàÈ un Dio che è morto
Ai bordi delle strade, Dio è morto
Nelle auto prese a rate, Dio è mortoNei miti dell'estate,
Dio è morto
M'han detto
Che questa mia generazione ormai non crede
Che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han con la fede
Nei miti eterni della patria e dell'eroe
Perché è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità
Le fedi fatti di abitudini e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato
La dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre
Con la ragione e mai col tortoÈ un Dio che è morto
Nei campi di sterminio, Dio è morto
Coi miti della razza, Dio è morto
Con gli odi di partito, Dio è mortoMa penso
Che questa mia generazione è preparata
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
Ad un futuro che ha già in mano,
A una rivolta senza armi,
Perché noi tutti ormai sappiamo
Che se Dio muore è per tre giorni
E poi risorge,
In ciò che noi crediamo Dio è risorto,
In ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
Nel mondo che faremo Dio è risorto(Nomadi / Guccini 1973)
Puoi pregare così:
Contemplo l’esaltazione del Cristo portato dal Padre. Questo è certo motivo di grande consolazione, poiché ci ricorda come Dio sia fedele all’opera iniziata e la porti sempre a compimento.
In secondo luogo ringrazio il Dio fedele, che diventa ragione di speranza per me, per i credenti. Nell’assunzione del Figlio, vedono un pegno della glorificazione futura di tutta l’umanità. Il mistero dell’Ascensione, oltre a fortificare la speranza ricorda alla fede che questo è il tempo non della lontananza di Gesù me di una sua diversa presenza.
Domando la grazia di essere testimone La penetrazione di questo mistero attestato nelle Scritture, deve spingere la comunità a farsi carico del Vangelo, proclamando l’illimitato perdono di Dio, manifestato, in modo irreversibile nella morte del Cristo.
Mi interrogo sul rapporto che ho con la mia comunità, con la Chiesa. E in questo tempo della missione la Chiesa può e deve contare non su se stessa, ma sulla forza che riceve continuamente dall’alto. Deve restare in città: ciò non è contraddire l’andare della missione. Piuttosto indica la fonte a cui si dovrà continuamente attingere. Un andare che scaturisce sempre da un rimanere ‘in città. La fonte è insieme impegno e promessa. E’ comando perché è dato un cuore nuovo.
Nel Cenacolo, intercedo per la Chiesa. Facendo fraternità, raccogliendo in unità tante storie diverse e dando loro la forma di un’incessante invocazione allo Spirito, la comunità si apre alla visita del Risorto e trova l’energia e le vie per giungere la cuore di tutti gli uomini
(P. Rota Scalabrini)