Carissimi e Carissime,
la ripartenza delle attività pastorali parrocchiali che hanno il loro momento festoso nelle feste patronali del mese di settembre, quest’anno ci pare particolarmente importante perché si colloca in un momento davvero delicato e prezioso del cammino delle nostre comunità.
Sappiamo bene infatti l’incertezza e le difficoltà che hanno caratterizzato le proposte degli ultimi due anni caratterizzati dalla tragedia della pandemia: è stato difficile - quasi impossibile - programmare; molto complicato il ritrovarsi in presenza che è l’ingrediente fondamentale di una vita comunitaria; molte delle attività che rendevano vivo e vivace il nostro cammino comunitario sono state sospese o drasticamente ridimensionate. Ricominciare e ripartire in questo settembre allora è davvero prezioso e importante.
In più quest’anno verrà costituita ufficialmente la Comunità Pastorale della quale a lungo si è parlato e che avremmo già dovuto avviare l’anno scorso; purtroppo l’emergenza Covid ha inevitabilmente rallentato il percorso.
Questo avvenimento è certamente l’esito di un importante cammino già coraggiosamente e intelligentemente intrapreso da anni almeno con le parrocchie di Gazzada, Schiano e Lozza e che da tre anni ha coinvolto anche Morazzone ma anche necessariamente “punto di partenza” che richiederà ancora coraggio nell’intraprendere strade nuove rendendosi disponibili ad ascoltare la voce dello Spirito, capacità di ascolto e stima reciproca, equilibrio tra valorizzazione delle singole parrocchie e promozione del cammino comunitario nella consapevolezza che la partenza della Comunità Pastorale diventa una vocazione, cioè la risposta ad una chiamata che il Signore Gesù ha sempre rivolto e che rivolge quindi ancora a tutti coloro che lo avrebbero seguito e che avrebbero così costituito la Sua Chiesa:
“In quel tempo il Signore Gesù disse: «Padre, prego anche per quelli che crederanno in me mediante la loro [Apostoli] parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo co- nosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me»” (Gv 17,20-23)
Al di là dell’opportunità gestionale di questa scelta (i sacerdoti diminuiscono, mettere insieme le energie, ...), costruire una collaborazione affettuosa, accogliente, premurosa e gioiosa tra le nostre quattro parrocchie, significa rispondere a ciò che il Signore chiede ai suoi perché la Sua Chiesa sia credibile: essere perfetti nell’unità.
Troveremo insieme le modalità per rispondere sempre più adeguatamente a questa chiamata, certi che la realizzazione della volontà di Dio coincide con l’avverarsi del Regno di Dio il quale indubbiamente è portatore di possibilità, frutti, gioia molto superiori ad ogni altra prospettiva. Siamo infatti tutti Figli di Dio predestinati alla realizzazione di un Regno di Comunione in perfetta collaborazione con il nostro Creatore e Padre: quindi ne abbiamo tutte le capacità e la Grazia necessaria, che cosa desiderare di meglio?
Affidiamo questo prezioso cammino anche all’intercessione di una “nuova” e preziosa Santa, che sarà la nuova patrona della nostra Comunità Pastorale: Santa Teresa Benedetta della Croce (1891-1942), proclamata Beata nel 1987, Santa nel 1998 e compatrona d’Europa da Giovanni Paolo II nel 1999. Così scrive:
“Con Edith Stein - santa Teresa Benedetta della Croce - siamo in tutt'altro ambiente storicoculturale. Ella ci porta infatti nel vivo di questo nostro secolo tormentato, addi- tando le speranze che esso ha acceso, ma anche le contraddizioni e i fallimenti che lo hanno segnato. [...] Tutto in lei esprime il tormento della ricerca e la fatica del « pelle- grinaggio » esistenziale. Anche dopo essere approdata alla verità nella pace della vita contemplativa, ella dovette vivere fino in fondo il mistero della Croce. Noi guardiamo oggi a Teresa Benedetta della Croce riconoscendo nella sua testimonianza di vittima innocente, da una parte, l'imitazione dell'Agnello Immolato e la protesta levata contro tutte le violazioni dei diritti fondamentali della persona, dall'altra, il pegno di quel rin- novato incontro di ebrei e cristiani, che nella linea auspicata dal Concilio Vaticano II, sta conoscendo una promettente stagione di reciproca apertura. Dichiarare oggi Edith Stein compatrona d'Europa significa porre sull'orizzonte del vecchio Continente un ves- sillo di rispetto, di tolleranza, di accoglienza, che invita uomini e donne a comprendersi e ad accettarsi al di là delle diversità etniche, culturali e religiose, per formare una so- cietà veramente fraterna”.
(Giovanni Paolo II, LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI «MOTU PROPRIO» PER LA PROCLAMAZIONE DI SANTA BRIGIDA DI SVEZIA, SANTA CATERINA DA SIENA E SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE COM- PATRONE D'EUROPA, Roma 1 ottobre 1999)
Con affetto
don Stefano con
don Luigi, don Gino, don Romano, diacono Claudio
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